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Manifesti Inutili

Probabilmente il lavoro più concettuale dell'artista; una serie di opere stampate su carta, ovvero, manifesti  pubblicitari di grandi dimensioni; ritroviamo in questi lavori le componenti essenziali di un percorso già indagato. Il linguaggio con la sua parte grafica, il colore e il supporto, in questo caso la  carta grezza. Nessun intervento pittorico, manuale ne fotografico.  Anche se per la loro natura sono facilmente replicabili, Bonfadini, come contraltare decide di produrne un solo esemplare per tipo.  Dall'aspetto decisamente minimalista, queste opere si possono definire in perfetto equilibrio precario; le parole sono gli "utensili" prediletti dell'artista, che con parsimonia le posiziona nello spazio monocromatico, decidendone dimensione e carattere. Sono espressioni volutamente incompiute, estratti di frasi che generano equivoci;  raccontano con estrema ovvietà le dinamiche del quotidiano. In bilico tra l’ironia, sarcasmo, ambiguità, gioco di parole e se vogliamo un non senso ; tutto serve a scardinare l’immensità di input provenienti da ogni dove, che giungono a noi come verità inconfutabili.

I Manifesti Inutili  sono la parodia della nostra realtà: perché spesso leggiamo senza comprendere. Dicono ovvietà, stravolgono frasi fatte, motivi abitualmente sentiti, ascoltati o letti. Volutamente scomodi, apparentemente banali, non censurano ne declamano: le parole estrapolate tornano vergini da ogni pregiudizio, lasciando libera interpretazione a chiunque ne voglia attribuire un significato secondo le proprie emotività, il proprio vissuto.

Ecco dunque lo scopo dei Manifesti Inutili: non aggiungere altro al già sentito, al già detto, ma riproporlo in altra veste, decisamente meno scontata.

Probably the artist's most conceptual work; a series of works printed on paper, that is, large advertising posters; we find in these works the essential components of a path already investigated. The language with its graphic part, the color and the support, in this case the raw paper. No pictorial intervention, manual photo it. Although by their nature they are easily replicable, Bonfadini, as a counterpart, decides to produce only one example of each type. With a decidedly minimalist appearance, these works can be defined in perfect precarious balance; words are the artist's favorite "tools", who sparingly places them in the monochromatic space, deciding their size and character. They are deliberately incomplete expressions, extracts from sentences that generate misunderstandings; they tell the dynamics of everyday life with extreme obviousness. Poised between irony, sarcasm, ambiguity, pun and if we want a nonsense; everything serves to unhinge the immensity of inputs coming from everywhere, which come to us as irrefutable truths. Useless Manifestos are the parody of our reality: because we often read without understanding. They say obviousness, distort clichés, motifs usually heard, listened to or read. Deliberately uncomfortable, apparently banal, they do not censor or declaim: the extrapolated words return virgin from any prejudice, leaving free interpretation to anyone who wants to attribute a meaning according to their emotions, their own experience. This is therefore the purpose of the Useless Manifests: not to add anything else to the already heard, to the already said, but to propose it again in another, decidedly less obvious, guise.

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FAC SIMILE
(150 cm x 100 cm)

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LA MAFIA NON ESISTE

(150 cm x 100 cm)

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DON'T MAKE WAR. DRINK MORE XANAX
(150 cm x 100 cm)

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OMOSESSUALE
(150 cm x 100 cm)

PIAZZA FONTANA
(150 cm x 100 cm)

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ENNIO MORRICONE
(150 cm x 100 cm)

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